Scopri la mia nuova netlabel in Musica

Change

"Forma un esercito di pace e uccidi il re / Sii un cittadino del pianeta Terra / Sii una persona migliore / Perché tutti possiamo / Cambiare"

RIFLESSIONI

10/14/20233 min read

In questo periodo sto riflettendo su tante cose: il mio presente, il mio futuro, quello della mia famiglia e dei miei amici.

"Cambiare" è la keyword di questi ultimi mesi e di questo ultimo anno in generale. No, non "Cambiamento", perché i cambiamenti alla fine sono anche relativamente frequenti nella vita di tutti i giorni, senza che ce ne accorgiamo - come cambiamo idea su una persona, come cambiamo approccio sul lavoro o nelle relazioni, come cambiamo passioni e vestiti e taglio di capelli e così via.

Questo ultimo anno è stato in effetti pieno di cambiamenti, di fatti che hanno cambiato la mia vita: il viaggio in Canada, la morte del nonno di mia moglie - che ho vissuto diciamo in "seconda persona", essendo stato a fianco di mia moglie anche nel momento in cui il nonno ci ha lasciati -, la gravidanza di mia moglie e la nascita di mia figlia
Aggiungiamoci qualche cambiamento nell'ambiente e nell'organizzazione del mio lavoro e l'elenco si allunga ulteriormente.

Eppure, come ho scritto, la keyword è "cambiare": non è solo il subire una serie di cambiamenti che è andata a cambiare la mia vita, non è solo il subire passivamente queste oscillazioni e accettare di cambiare le proprie abitudini così, come si cambia la marca di acqua in bottiglia quando la precedente non è più in offerta

Per cambiare sul serio è richiesta la volontà e/o la responsabilità del cambiamento che si vuole attuare, si hanno motivazioni e fini, oppure ci sono rischi e perdite da calcolare.
Quando qualche anno fa mi hanno trovato livelli alti di trigliceridi e colesterolo nel sangue, non mi sono limitato a seguire una dieta per "mangiare meglio", ma ho cambiato le mie abitudini per cercare di fare rientrare i valori sballati e ridurre drasticamente il rischio di future patologie vascolari. Certo, avrei potuto scegliere di non fare nulla perché, comunque, non ci sono garanzie in nessun caso, eppure l'accettare questa possibilità di fallimento mi fa capire oggi che allora io avevo voluto cambiare.

Cambiamenti climatici, cambiamenti negli equilibri politici, cambiamenti nei vertici della propria organizzazione a lavoro, tutti cambiamenti che siamo costretti più o meno a subire, come se non potessimo fare altrimenti. O forse no.

La scelta di smettere di usare un'auto inquinante e di preferire la bicicletta, la scelta di smettere di bere da bottiglie di plastica usa e getta e di iniziare a portarsi una borraccia a lavoro, la scelta di iniziare a scrivere un diario per la necessità di dedicarsi ad un'attività introspettiva, la scelta di ridurre il numero di capi nel proprio guardaroba seguendo una logica minimalista e cercare di vendere ciò che non si usa più.
Questi sono esempi di scelte che, dalla prima occasione, non comportano subito un cambiamento - potrei scegliere di andare in auto domani, prendere una cassa d'acqua la prossima volta che vado a fare la spesa, smettere di scrivere e abbandonare il taccuino, comprare nuovi pantaloni e t-shirt in modo compulsivo - eppure sono il proverbiale "primo passo" che ci porterà a cambiare totalmente se perseguite con una motivazione attiva.

Noi non siamo statue, non siamo destinati all'immutabilità, e questo lo inizio a notare dai primi peli bianchi nella mia barba e dalla velocità sorprendente a cui cresce mia figlia.
Nessun cambiamento dura per sempre, anzi non ce ne si accorge neppure quando il cambiamento diventa il nuovo status quo.
Per questo io penso non si debba avere fretta di cambiare, ma una volta che la scelta è stata fatta e il cambiamento inizia bisogna perseguirlo finché si può.

Cambiare deve venire naturale, come per un batterista seguire il tempo o per uno chef rispettare il gusto di una pietanza: se il cambiamento deve venire auto-imposto, allora è meglio accettare lo status quo.
Nel mio caso, più spesso avviene il contrario: la scelta di cambiare è strozzata dalle mie paure su come possa andare storta la mia vita, e così via. Per fortuna so anche essere abbastanza razionale, tanto da disinnescare molte di queste mie paure sul puro piano teorico.
Ciò nonostante, ho serie difficoltà ad accettare di venire preso in giro o criticato dagli altri per le mie scelte, senza rendermi conto che ogni giorno mi comporto senza pensarci in modi sbagliati dettati dai peggiori sentimenti (rabbia, gelosia, invidia, orgoglio, ecc.) - è sempre il momento di cambiare i miei modi, ma lo stesso vale per questo "framework" mentale che mi porta a vivere preoccupazioni inutili.

Scegliere di essere semplici, di ridursi a essere sé stessi e di togliere di mezzo le troppe distrazioni e maschere che portiamo, è una scelta più facile a dirsi che a farsi, eppure ogni primo passo può essere l'inizio del vero cambiamento.
Questo, almeno, mi auguro valga per me.

La descrizione del post l'ho tratta da una canzone di una band che seguo parecchio ultimamente, che parla del cambiare e dei cambiamenti secondo vari punti di vista. Buon ascolto!